lunedì 20 maggio 2013

La danza cabila


Originaria della Turchia, la musica cabila ha attraversato tutto il Medio Oriente sino a giungere in Algeria, tra le montane della Cabilia, regione abitata prevalentemente da berberi, da cui ha preso il nome. E’ proprio da questa musica che nasce una danza gioiosa e coinvolgente la cui esecuzione è riservata alle donne. La danza cabila, così si chiama questo ballo, è legata alla celebrazione della raccolta delle olive. Accompagnate dai ritmi ossessivi dei  “tbal” ( tamburi di pelle di pecora) e dei “bendir” ( tamburelli), dal suono un po’ stridente delle “irette” (sorta di trombette) e dai richiami gioiosi delle donne (youyou), le danzatrici sembrano scivolare sul pavimento spinte dal ritmo cadenzato del bacino e da movimenti  rapidi e secchi dei fianchi. Anfore portate in equilibrio sulla testa o foulard dalle frange folte e colorate accompagnano la danza sottolineando il movimento dei fianchi, supplendo allo scarso uso delle braccia proprio di questa tradizione.  E’ una danza molto difficile da eseguire in quanto richiede un totale controllo dei muscoli inferiori e allo stesso tempo lo sforzo di apparire leggere e armoniose. Affascinano e colpiscono gli ampi e coloratissimi costumi tradizionali utilizzati per la danza: la djebba, la foudha, vera e propria divisa delle donne berbere, l’h’zam, una cintura composta da fili di lana intrecciati e culminanti in variopinti pon pon che valorizzano e amplificano il movimento dei fianchi e il mharma, foulard triangolare, nero o a motivi floreali, che copre i capelli ed incornicia il viso. Non mancano, per finire, i gioielli in argento e corallo (o a volte monete e conchiglie) che ornano il corpo della danzatrice.

http://granellidisabbia-najim.blogspot.it/p/video.html


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