martedì 3 maggio 2016

Raqs el Saif, la danza che dona la libertà.



La danza "Raqs el Saif" affonda le sue radici nei tempi lontani e scintillanti di ori dei sultani ottomani. Le donne che vivevano nell’harem del sultano, vendute da familiari o rapite come bottino di guerra, odalische seminude, in questo serraglio di passione e voluttà, per pochi istanti danzanti, sfidavano la loro condizione di donne schiave e prigioniere rivendicando con elegante spudoratezza la libertà del loro animo ( "si può tenere una spada sopra la mia testa, ma io sono libera nella mia anima"). Si divertivano a sottrarre le spade ai loro carcerieri che adagiavano sulle loro teste, in equilibrio. In questa posizione continuavano ad eseguire la loro danza, fatta di passi così piccoli, da risultare quasi impercettibili, ma sensuali e morbidi. In questo modo fermavano quasi il tempo e lo “usavano” per stare ferme, per stare sulla scena, con aria di coraggiosa sfida e sguardo alto, ballerine impavide e simbolicamente libere. Nel breve tempo della "Raqs el Saif".


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